Authors

Fabio Frosini

Abstract

La mia esposizione si divide in quattro capitoli. Il primo sarà dedicato a illustrare quella che chiamerò “egemonia post-giacobina” nei Quaderni del carcere. Il punto di partenza sarà dunque il tentativo di mostrare la presenza, nei Quaderni, non di una ma di due nozioni di egemonia. La prima di esse – quella “giacobina” – corrisponde al passaggio dall’economico-corporativo all’egemonico e al primato della “cultura”. La seconda, propria della società di massa e standardizzata degli anni Venti e Trenta, appare come un intreccio indissolubile di aspetti progressivi e regressivi, riassunti nella formula ossimorica di “rivoluzione passiva”. Il secondo capitolo metterà a fuoco questa nuova situazione, caratterizzata da una sorta di “doppio assedio” o assedio reciproco: delle masse allo Stato e viceversa e quindi da polarità costituita da burocratizzazione e democratizzazione, come due aspetti entrambi presenti nell’egemonia “capillare” e “diffusa” in atto nelle società post-belliche. Il terzo capitolo si concentrerà sulle condizioni ideologiche nelle quali si svolge la nuova lotta egemonica. In esse, la religione, in quanto forma di contatto massiccio tra governanti e governati, assume un ruolo decisivo, sia come forma di governo, sia come modalità di resistenza. Il quarto capitolo, infine, mettendo a fuoco le riflessioni di Gramsci sul concetto di “mito” come grammatica della politica di massa, esplora le possibili connessioni tra mito e democrazia, collegando così i temi trattati rispettivamente nei capitoli terzo e secondo.

My contribution is divided into four sections. The first is devoted to an illustration of what I shall call “post-Jacobin” hegemony in the Prison Notebooks. The starting point is, therefore, the attempt to demonstrate the presence in the Notebooks, of not one but two notions of hegemony. The first of these – the “Jacobin” one – corresponds to the passage from the economic-corporative to the hegemonic and to the primacy of “culture”. The second, belonging to the mass and standardized society of the 1920s and 1930s, appears as an indissoluble intertwining of progressive and regressive aspects, summarized in the oxymoron “passive revolution”. The second section focuses on this new situation, characterized by a sort of “double” or reciprocal siege – that of the masses besieging the State and vice versa – and hence by a polarity constituted by bureaucratization and democratization, as two aspects which are both present in the “capillary” and “diffused” hegemony at work in the societies that emerged from World War I. The third section concentrates on the ideological conditions in which the new hegemonic struggle takes place. In them, religion, in as much as it is a form of massive contact between the rulers and the ruled, takes on a decisive role, both as a form of government and as a mode of resistance. Lastly, the fourth section, by focusing on Gramsci’s reflections on the concept of “myth” as a grammar of mass politics, explores the eventual connections between myth and democracy, thereby connecting the arguments dealt with respectively in the second and third sections

Abstract Format

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