Abstract

Il saggio è diviso in due parti, dedicate rispettivamente all’uso del concetto di egemonia prima e negli scritti del carcere di Gramsci. Nella prima parte cerco di ricostruire una sorta di “preistoria” del termine, dall’origine greca alla lunga eclissi in età romana, nel Medioevo e nella prima modernità. Mi soffermo quindi sulla sua ripresa ottocentesca, prima nel lessico politico dei fautori dell’unità nazionale italiana e tedesca, e poi nel dibattito marxista della Seconda Internazionale. Ma è tra i bolscevichi che il concetto assume il significato pregnante sul quale Gramsci inizia a riflettere durante il soggiorno a Mosca (1922-23), nel periodo trascorso a Vienna (1923-24) e soprattutto dopo il ritorno in Italia (1924-26). La seconda parte del saggio tenta di ripercorrere in senso diacronico gli sviluppi della riflessione sull’egemonia nei Quaderni, nei quali emergono le accezioni peculiari di “egemonia politica” ed “egemonia civile”, non più riferite al solo proletariato ma a qualunque classe o gruppo sociale che lotti per conquistare e/o conservare il potere. Una lotta che si svolge prevalentemente sul terreno della società civile e che vede come protagonisti individui (gli intellettuali), istituzioni pubbliche e private, partiti (il moderno Principe), in un nesso inestricabile tra realtà nazionali e sovra­nazionali. L’esito della riflessione di Gramsci costituisce una traduzione libera e audace dell’originario concetto leniniano di egemonia, che peraltro egli ritiene già pre­sente in nuce negli scritti storici di Marx.

The essay consists of two parts, dealing respectively with the use of the concept hegemony before and within Gramsci’s prison writings. The first part attempts to reconstruct a sort of “prehistory” of the term, from its Greek origin to the long eclipse in Roman times, in the middle Ages and in early modernity. I then go on to its nineteenth-century revival, first in the political vocabulary of the promoters of Italian and German national unity, and then in the Marxist debate of the Second International. But it is among the Bolsheviks that the concept took on that pregnant meaning which Gramsci began to reflect on during his stay in Moscow (1922-23), then in the period in Vienna (1923-24) and above all after his return to Italy (1924-26). The second part of the essay attempts to trace diachronically the developments of the reflection on hegemony in the Notebooks, in which the particular meanings of “political hegemony” and “civil hegemony” emerge, no longer referring solely to the proletariat but to any social class or group fighting to conquer and / or maintain power. This struggle takes place predominantly on the terrain of civil society and as protagonists sees individuals (the intellectuals), public and private institutions, and parties (the modern Prince), in an inextricable nexus between national and supranational realities. The outcome of Gramsci’s reflections constitutes a free and bold translation of Lenin’s original concept of hegemony which, moreover, he maintains is already present in embryo in the historical writings of Marx.

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