Abstract

Dopo aver ripercorso le vicende editoriali dei “Quaderni” dalla loro prima pubblicazione in forma tematica alla nuova edizione critica in via di completamento, il saggio si sofferma sulle peculiarità della scrittura carceraria di Gramsci, la cui piena comprensione è condizione necessaria per cogliere “il ritmo del pensiero” dell’autore. Alcune di queste sono imposte dalla condizione carceraria, altre derivano da “regole” seguite più o meno consapevolmente dal prigioniero (alcune in modo continuativo, altre solo in certe fasi della scrittura) nella stesura delle proprie annotazioni. Lo studio di tali comportamenti, unito a un’analisi minuziosa dei manoscritti carcerari nella loro fisicità (copertine, interventi delle autorità carcerarie, grafia e così via), ha fornito una notevole quantità di elementi indiretti di datazione che, uniti alle (poche) indicazioni dirette di Gramsci, ha permesso di ricostruire con sempre maggiore precisione la cronologia dei singoli quaderni e dei blocchi di note che li compongono. È emersa inoltre con chiarezza la natura composita dei manoscritti gramsciani, che possono essere distinti (con qualche approssimazione, per via della presenza di quaderni “misti”) in quaderni di traduzioni, quaderni miscellanei e quaderni speciali; la nuova edizione critica, dedicando a ognuna di queste tre tipologie di quaderni un volume (a sua volta diviso in più tomi), si propone di restituire nel modo più fedele possibile tale caratteristica essenziale del lavoro del carcere.

After having outlined the editorial vicissitudes of the “Notebooks” in their first publication in thematic form to the new critical edition now being completed, the essay deals with the specific nature of Gramsci’s prison writing, whose full understanding is a necessary condition for capturing the author’s “rhythm of thought”. Some of these peculiarities were imposed by prison condition, while others stem from “rules” that were followed more or less consciously by the prisoner (some continuously, others only in certain phases of the writing) in writing down his annotations. The study of this behaviour, together with a minute analysis of the prison notebooks in their physical nature (covers, interventions by the prison authorities, handwriting and so on) has provided a notable quantity of indirect dating elements which, together with Gramsci’s (few) direct indications, has allowed an ever more precise reconstruction of the chronology of the individual notebooks and of the blocks of notes that comprise them. Furthermore, the composite nature of Gramsci’s manuscripts has clearly emerged: these may (with some approximation, because of the presence of some “mixed” notebooks) be divided into translation notebooks, miscellaneous notebooks and special notebooks. The new critical edition, by devoting one volume (divided in turn into more than one part) to each of these three typologies of notebooks, proposes to restore in the most faithful way possible this essential characteristic of the prison work.

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