Authors

Cosimo Zene

Abstract

L’esperienza religiosa dei gruppi subalterni occupa un posto di rilievo nel pensiero di Gramsci. È soprattutto nei Quaderni 3 e 25 che si trovano i riferimenti teorici e metodologici – offerti in reciproca osmosi – per individuare il nesso tra gruppi subalterni e religione. È qui che si avverte l’importanza delle “tracce di iniziativa autonoma” che forniscono allo “storico integrale” l’elemento base per poter compilare storie monografiche di questi gruppi. Pur nella comunanza di situazioni ed esperienze, ogni gruppo ha la sua storia, spesso composta da molteplici storie parallele, che danno quindi origine a monografie diverse. Queste monografie costituiscono, dal punto di vista dei gruppi subalterni, lo sforzo maggiore – coadiuvato dallo storico integrale – per affermare una storia alternativa che vuole raccontare il cammino di “ritorno” dei subalterni dai “margini della storia” verso il nucleo centrale della vita politica. Tenendo presente le avvertenze metodologiche suggeriteci nella prima parte del nostro incontro che ci propongono un’attenzione a “spie e cautele” gramsciane1, penso sia necessario correre un rischio calcolato, e quindi applicare la linea indicata da Gramsci, sia per stabilire il nesso gruppi subalterni-religione, sia per indicare alcuni esempi di possibili “monografie” che servirebbe ad evidenziare la grande varietà di tipologie presenti tra i diversi gruppi subalterni nel mondo. Mentre la lista di queste tipologie sarebbe in sé alquanto estesa, in questo scritto desidero offrire due esempi di tipologie che andrebbero poi ulteriormente sviluppate in vere e proprie monografie: il blues afro-americano e il concetto di “lavoro” in un’area della Sardegna.

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